Ora se lo segnalo io, me la canto e me la suono da solo, ma se lo segnala Booksweb.tv,c'è di che pavoneggiarsi! Andate al min. 9:36!
lunedì 18 luglio 2011
mercoledì 25 maggio 2011
il mio metodo (?) di scrittura...
Premettiamo che questo blog, nonostante i ritmi geologici, non è morto...
Qualche giorno fa un conoscente, cercando di far finta di capire qualcosa del mio lavoro di sceneggiatore mi ha chiesto: "Ma il tuo metodo di lavoro quale è? Come ti organizzi per raccontare una storia?".
Dopo alcuni imbarazzanti e seccanti attimi di silenzio, in cui cercavo una risposta rapida che potesse soddisfare una persona che cercava solo di farmi una domanda che potesse apparire intelligente, pur avendo premesso che l'ultimo fumetto letto era un Topolino della fine degli anni 80, mi son reso conto che una risposta semplice e chiara non l'avevo.
Non che non abbia mai pensato a crearmi un metodo di lavoro, ma la verità è che ogni volta che ho scritto qualcosa che ritenessi soddisfacente e valido anche per il pubblico, il mio metodo di lavoro, ogni mio tentativo di organizzarmi, di darmi dei tempi e degli spazi, era stato puntualmente mandato al diavolo.
Facciamo un esempio pratico:
Da circa un mese mi scervello sul prologo di un romanzo a fumetti che sto scrivendo. Ho circa 20 tavole (pure troppe) a disposizione per far emergere le passioni del protagonista, i suoi sentimenti, i suoi ideali, il suo approccio alla vita e al lavoro, lo svilupparsi di una sua viscerale passione. Ho inscenato una serie di eventi che parte dall'infanzia del protagonista, con personaggi comprimari, visioni profetiche, grandi epifanie. Ho studiato una regia ben dinamica delle tavole per non annoiare il lettore, ho cercato di mettere su carta delle gag e delle situazioni divertenti.
Insomma, su queste 20 tavole mi ci sono scervellato per bene per oltre un mese, eppure il risultato non mi soddisfaceva abbastanza: le trovavo prolisse, con poco appeal, noiose a tratti.
Stamattina mi sveglio tardi dopo una notte quasi insonne per le allergie, col pensiero di una giornata di lavoro (l'altro lavoro, quello con cui pago l'affitto) piuttosto rognosa. E mentre ancora assonnato cerco di capire quale cosa devo fare per prima oggi, vengo folgorato da un brivido alla base della nuca.
Mi siedo al pc e cancello 18 delle 20 tavole scritte nell'ultimo mese. E so esattamente come sostituirle. Non devo STUDIARE un nuovo approccio, perché so esattamente come affrontare il prologo, tecnicamente e narrativamente. Credo che in una settimana avrò le 20 tavole definitive, se avrò abbastanza tempo libero.
Il metodo della mia scrittura? E' essere sempre pronti a mandare a puttane il mio metodo, perché le storie non amano le regole.
Qualche giorno fa un conoscente, cercando di far finta di capire qualcosa del mio lavoro di sceneggiatore mi ha chiesto: "Ma il tuo metodo di lavoro quale è? Come ti organizzi per raccontare una storia?".
Dopo alcuni imbarazzanti e seccanti attimi di silenzio, in cui cercavo una risposta rapida che potesse soddisfare una persona che cercava solo di farmi una domanda che potesse apparire intelligente, pur avendo premesso che l'ultimo fumetto letto era un Topolino della fine degli anni 80, mi son reso conto che una risposta semplice e chiara non l'avevo.
Non che non abbia mai pensato a crearmi un metodo di lavoro, ma la verità è che ogni volta che ho scritto qualcosa che ritenessi soddisfacente e valido anche per il pubblico, il mio metodo di lavoro, ogni mio tentativo di organizzarmi, di darmi dei tempi e degli spazi, era stato puntualmente mandato al diavolo.
Facciamo un esempio pratico:
Da circa un mese mi scervello sul prologo di un romanzo a fumetti che sto scrivendo. Ho circa 20 tavole (pure troppe) a disposizione per far emergere le passioni del protagonista, i suoi sentimenti, i suoi ideali, il suo approccio alla vita e al lavoro, lo svilupparsi di una sua viscerale passione. Ho inscenato una serie di eventi che parte dall'infanzia del protagonista, con personaggi comprimari, visioni profetiche, grandi epifanie. Ho studiato una regia ben dinamica delle tavole per non annoiare il lettore, ho cercato di mettere su carta delle gag e delle situazioni divertenti.
Insomma, su queste 20 tavole mi ci sono scervellato per bene per oltre un mese, eppure il risultato non mi soddisfaceva abbastanza: le trovavo prolisse, con poco appeal, noiose a tratti.
Stamattina mi sveglio tardi dopo una notte quasi insonne per le allergie, col pensiero di una giornata di lavoro (l'altro lavoro, quello con cui pago l'affitto) piuttosto rognosa. E mentre ancora assonnato cerco di capire quale cosa devo fare per prima oggi, vengo folgorato da un brivido alla base della nuca.
Mi siedo al pc e cancello 18 delle 20 tavole scritte nell'ultimo mese. E so esattamente come sostituirle. Non devo STUDIARE un nuovo approccio, perché so esattamente come affrontare il prologo, tecnicamente e narrativamente. Credo che in una settimana avrò le 20 tavole definitive, se avrò abbastanza tempo libero.
Il metodo della mia scrittura? E' essere sempre pronti a mandare a puttane il mio metodo, perché le storie non amano le regole.
venerdì 29 aprile 2011
Iscriviti a:
Post (Atom)