Ecco, non lo dite troppo in giro, ma alcuni giorni fa sono entrato nell'età messianica per definizione...
Ora, se un qualsiasi capellone mediorientale è riuscito a creare tutto quel clamore intorno a sè semplicemente scambiando di nascosto degli otri d'acqua con degli otri di vino, anche io penso di dover riflettere su cosa fare della mia vita...
Dunque vediamo, dopo un annetto alquanto burrascoso, che mi ha anche portato sull'orlo di un esaurimento nervoso (no, purtroppo questa non è una spiritosa esagerazione...) la mia situazione attuale è questa:
- ho lasciato un lavoro sicuro che, per le condizioni di scarsa organizzazione in cui veniva dolosamente tenuto dal datore di lavoro stesso, ha seriamente messo alla prova la mia pazienza e la mia salute;
- dopo un periodo di passaggio attraverso varie collaborazioni, attualmente non ho un lavoro;
- al momento vivo a Roma, ma vista la condizione precedente, tendo a non considerarla una permanenza a lunga scadenza;
- non ho una donna (in maniera più radicale del solito, direi);
- un mio microracconto è stato pubblicato sull'antologia 128battute edita per beneficenza da Feltrinelli, selezionata dopo un concorso su Twitter. Se avete una libreria Feltrinelli nei pressi di casa fateci un salto e spendete un euro per una buona causa;
- sempre nell'ambito della letteratura brevissima annuncerò a breve una novità legata ad un noto sito satirico italiano;
- in autunno dovrebbe uscire il mio primo graphic novel, di cui al momento non posso dire niente, ma presto spero di poter dare ulteriori informazioni;
- all'orizzonte ci sono anche altre 2 pubblicazioni, ma ancora è prematuro parlarne.
Insomma, se dal punto di vista finanziario e personale siamo sull'orlo del disastro, da quello della scrittura si affacciano novità interessanti... A capire se questo bilancio è positivo o negativo penseremo magari più avanti...
Poi se consideriamo che ho finalmente ripreso in mano il blog, forse abbiamo una cosa positiva in più, ma non è detto...
Ok, prepariamoci a compiere un po' di miracoli, e ricordatevi che all'ultima cena vorrei della birra artigianale invece del vino!
Salut!
P.S.: Scusate i frequenti stravolgimenti di grafica, ma stiamo cercando di avvicinarci al template definitivo...
giovedì 22 aprile 2010
martedì 13 aprile 2010
My hometown...
Recentemente sono tornato a casa, a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, per una settimana. La necessità di staccare la spina e tornare in una dimensione più piccola e nota per qualche giorno si era fatta sentire molto nell'ultimo periodo, e le "vacanze" di Pasqua sono state una buona scusa per rivedere un po' di vecchi amici.
Come in molti altri paesi e cittadine della Sicilia, le celebrazioni della Settimana Santa sono oggetto di una tradizione molto forte, e hanno anche una forte impronta coreografica e scenografica (quanto poi questi elementi siano da considerarsi "fede" piuttosto che superstizione è un altro discorso), che trova sfogo e culmine nel Venerdì Santo.
A Barcellona il venerdì, come ogni anno, c'è stata la caratteristica processione delle Varette, una suggestiva ricostruzione della Passione attraverso dei complessi scultorei che sfilano per le vie della città.
Ora, a parte il mio personale disinteresse per le pratiche religiose, mi ritrovo a dover ammettere che alcune Varette, con l'illuminazione crepuscolare e le luci artificiali disposte ad arte, sono uno spettacolo notevole. E il folclore della manifestazione ha un suo fascino.
E quest'anno, avendo avuto il fancazzismo la meglio sui miei propositi creativi, anche io mi sono portato per strada a sbirciare la processione. E ho notato alcuni elementi che mi hanno lasciato molto pensieroso: ogni varetta, tradizionalmente, viene curata e condotta da gruppi legati alle varie parrocchie della città. L'appartenenza a questi gruppi è spesso ereditaria, e coinvolge i soggetti più disparati, indipendentemente dalla effettiva parrocchia di appartenenza. Basti pensare che c'è una varetta addirittura condotta da persone storicamente legate ad ambienti di sinistra, come ci sono varette che vedono tra i loro conduttori molti membri della locale tifoseria calcistica. Ovviamente non sta a me sindacare della fede di tali persone, nè esprimere giudizi di simpatia o antipatia verso le vari categorie.
Ma quello che invece mi ha suscitato un sacrosanto moto di indignazione è stato vedere certi soggetti, notoriamente più o meno vicini ad ambienti e mentalità mafiosa, contendersi il posto sotto i pali di sostegno di alcune vare. Queste persone spingevano con foga i pesanti carrozzoni, e sfoggiavano una serietà e quasi una "professionalità" incredibili. Il tutto sotto gli occhi, ovviamente, di molteplici fedeli e dei parroci.
Ora mi chiedo: con che coraggio certa gente, non solo si fa allegramente vedere in giro, ma si permette di ergersi quasi ad esempio per la comunità? Perché i parroci, che difficilmente credo essere tutti ignari, non cercano di evitare la presenza almeno dei soggetti più spregiudicatamente noti? Perché nessuno dei "ferventi credenti" che assistono alla preparazione dei gruppi che curano queste vare interviene nella faccenda, anche solo per lamentarsi?
Ora, di questi tempi si sa che la Chiesa Cattolica, quando si tratta di guardare vicino, ha dei seri problemi a vedere il peccato, ma onestamente di abituarmi alla cosa non mi va, e quindi mi sfogo qui, scrivendo, che forse nella vita è l'unica cosa che so fare bene.
Comunque non ho solo di che vergognarmi per la mia città. ma anche piccole cose di cui andar fiero. Da anni, persone che mi vanto di chiamare "amici" sacrificano buona parte del loro tempo libero in iniziative di sensibilizzazione della collettività sull'argomento mafia, e hanno portato a casa, nel tempo, delle piccole vittorie, che forse non hanno cambiato molto le cose, che forse non hanno allentato la stretta mafiosa su Barcellona, ma che almeno hanno avuto il merito di rompere un silenzio che durava da tanto. L'ultima di queste piccole vittorie è la nascita a Barcellona di un coordinamento antiracket che ha già raccolto l'adesione di diversi imprenditori di varia grandezza. "Liberi tutti" è il nome, giocoso, ma sentito, di questa associazione, e si spera faccia strada, e che magari aiuti anche a fare sparire certi soggetti dai sostegni delle Varette, che la Passione raffigurata nelle statue è abbastanza per la mia città, e non serve che patiscano e si sentano messi in croce anche quelli che vogliono solo lavorare onestamente.
Come in molti altri paesi e cittadine della Sicilia, le celebrazioni della Settimana Santa sono oggetto di una tradizione molto forte, e hanno anche una forte impronta coreografica e scenografica (quanto poi questi elementi siano da considerarsi "fede" piuttosto che superstizione è un altro discorso), che trova sfogo e culmine nel Venerdì Santo.
A Barcellona il venerdì, come ogni anno, c'è stata la caratteristica processione delle Varette, una suggestiva ricostruzione della Passione attraverso dei complessi scultorei che sfilano per le vie della città.
Ora, a parte il mio personale disinteresse per le pratiche religiose, mi ritrovo a dover ammettere che alcune Varette, con l'illuminazione crepuscolare e le luci artificiali disposte ad arte, sono uno spettacolo notevole. E il folclore della manifestazione ha un suo fascino.
E quest'anno, avendo avuto il fancazzismo la meglio sui miei propositi creativi, anche io mi sono portato per strada a sbirciare la processione. E ho notato alcuni elementi che mi hanno lasciato molto pensieroso: ogni varetta, tradizionalmente, viene curata e condotta da gruppi legati alle varie parrocchie della città. L'appartenenza a questi gruppi è spesso ereditaria, e coinvolge i soggetti più disparati, indipendentemente dalla effettiva parrocchia di appartenenza. Basti pensare che c'è una varetta addirittura condotta da persone storicamente legate ad ambienti di sinistra, come ci sono varette che vedono tra i loro conduttori molti membri della locale tifoseria calcistica. Ovviamente non sta a me sindacare della fede di tali persone, nè esprimere giudizi di simpatia o antipatia verso le vari categorie.
Ma quello che invece mi ha suscitato un sacrosanto moto di indignazione è stato vedere certi soggetti, notoriamente più o meno vicini ad ambienti e mentalità mafiosa, contendersi il posto sotto i pali di sostegno di alcune vare. Queste persone spingevano con foga i pesanti carrozzoni, e sfoggiavano una serietà e quasi una "professionalità" incredibili. Il tutto sotto gli occhi, ovviamente, di molteplici fedeli e dei parroci.
Ora mi chiedo: con che coraggio certa gente, non solo si fa allegramente vedere in giro, ma si permette di ergersi quasi ad esempio per la comunità? Perché i parroci, che difficilmente credo essere tutti ignari, non cercano di evitare la presenza almeno dei soggetti più spregiudicatamente noti? Perché nessuno dei "ferventi credenti" che assistono alla preparazione dei gruppi che curano queste vare interviene nella faccenda, anche solo per lamentarsi?
Ora, di questi tempi si sa che la Chiesa Cattolica, quando si tratta di guardare vicino, ha dei seri problemi a vedere il peccato, ma onestamente di abituarmi alla cosa non mi va, e quindi mi sfogo qui, scrivendo, che forse nella vita è l'unica cosa che so fare bene.
Comunque non ho solo di che vergognarmi per la mia città. ma anche piccole cose di cui andar fiero. Da anni, persone che mi vanto di chiamare "amici" sacrificano buona parte del loro tempo libero in iniziative di sensibilizzazione della collettività sull'argomento mafia, e hanno portato a casa, nel tempo, delle piccole vittorie, che forse non hanno cambiato molto le cose, che forse non hanno allentato la stretta mafiosa su Barcellona, ma che almeno hanno avuto il merito di rompere un silenzio che durava da tanto. L'ultima di queste piccole vittorie è la nascita a Barcellona di un coordinamento antiracket che ha già raccolto l'adesione di diversi imprenditori di varia grandezza. "Liberi tutti" è il nome, giocoso, ma sentito, di questa associazione, e si spera faccia strada, e che magari aiuti anche a fare sparire certi soggetti dai sostegni delle Varette, che la Passione raffigurata nelle statue è abbastanza per la mia città, e non serve che patiscano e si sentano messi in croce anche quelli che vogliono solo lavorare onestamente.
giovedì 8 aprile 2010
Primi passi verso "il Cinico 2.0"...
Ok, per iniziare, abbiamo cambiato template... Trovato in un'ottima galleria in rete, decisamente bello, e nei prossimi giorni vedremo quanto funzionale... Non lo reputerò definitivo ancora per un bel po'...
Diamo subito qualche novità:
1) d'ora in poi, come si può desumere dal lieve cambiamento del titolo, questo blog non si limiterà a parlare di fumetti, ma convoglierà anche tutti gli sfoghi e le cazzatelle che precedentemente andavano sul blog ospitato su Splinder. Motivo? Semplice: non ritengo sia opportuno e onesto scindere la parte di me che ama i fumetti e li "disseziona", oltre a scriverli, dalla parte di me che semplicemente vive, si indigna, si incazza, ecc. Già, secondo qualcuno, ho dei problemi di schizofrenia, e non mi pare il caso di aggravarli! E poi, per essere onesti, già rischiavo di trascurare un blog, figuriamoci due...
2) Dopo un periodo che si può, con elegante francesismo, definire "di merda", almeno sul fronte fumettistico c'è stato un improvviso miglioramento (anzi due), che sta per concretizzarsi in forma cartacea. Nei prossimi tempi fornirò maggiori dettagli, quando avrò gli opportuni "via libera".
3) Ho ricominciato a scrivere per il web-magazine Fumettomania, e la cosa, nonostante il poco tempo libero, mi sta divertendo non poco... Rischiavo di perdere di vista il piacere degli articoli da "fanzinaro"...
4) Last but not least, non sono più un dipendente statale ormai dallo scorso dicembre. Dopo molti, anzi moltissimi casini, ho levato le ancore, lasciando Reggio Emilia (che nonostante il freddo boia non era malissimo) e soprattutto lasciando uno stipendio fisso (cosa che potrebbe anche finire sulla mia scheda psichiatrica). Per ora vivo a Roma, salto da un lavoro all'altro, tutti precari e malpagati (e a volte non regolari) e faccio le acrobazie per pagare l'affitto, ma d'altronde quando ad un colloquio di lavoro ti dicono "lei ha un ottimo curriculum e delle ottime capacità, ma siccome dobbiamo risparmiare, assumeremo come stagista un neolaureato da poter scaricare a nostro piacere", ti rendi conto che la crisi è prima di tutto intellettiva. Prima o poi qualcuno che mi valuterà per quel che so fare, senza bisogno di scappare all'estero, lo troverò...
Be' per ora direi che è abbastanza... Nei prossimi giorni ci sarà un post "scomodo", piuttosto indignato, che probabilmente non piacerà a molti, ma d'altronde, come si dice a Roma, "a chi jè tocca nun se 'ngrugna"...
A bientot!
Diamo subito qualche novità:
1) d'ora in poi, come si può desumere dal lieve cambiamento del titolo, questo blog non si limiterà a parlare di fumetti, ma convoglierà anche tutti gli sfoghi e le cazzatelle che precedentemente andavano sul blog ospitato su Splinder. Motivo? Semplice: non ritengo sia opportuno e onesto scindere la parte di me che ama i fumetti e li "disseziona", oltre a scriverli, dalla parte di me che semplicemente vive, si indigna, si incazza, ecc. Già, secondo qualcuno, ho dei problemi di schizofrenia, e non mi pare il caso di aggravarli! E poi, per essere onesti, già rischiavo di trascurare un blog, figuriamoci due...
2) Dopo un periodo che si può, con elegante francesismo, definire "di merda", almeno sul fronte fumettistico c'è stato un improvviso miglioramento (anzi due), che sta per concretizzarsi in forma cartacea. Nei prossimi tempi fornirò maggiori dettagli, quando avrò gli opportuni "via libera".
3) Ho ricominciato a scrivere per il web-magazine Fumettomania, e la cosa, nonostante il poco tempo libero, mi sta divertendo non poco... Rischiavo di perdere di vista il piacere degli articoli da "fanzinaro"...
4) Last but not least, non sono più un dipendente statale ormai dallo scorso dicembre. Dopo molti, anzi moltissimi casini, ho levato le ancore, lasciando Reggio Emilia (che nonostante il freddo boia non era malissimo) e soprattutto lasciando uno stipendio fisso (cosa che potrebbe anche finire sulla mia scheda psichiatrica). Per ora vivo a Roma, salto da un lavoro all'altro, tutti precari e malpagati (e a volte non regolari) e faccio le acrobazie per pagare l'affitto, ma d'altronde quando ad un colloquio di lavoro ti dicono "lei ha un ottimo curriculum e delle ottime capacità, ma siccome dobbiamo risparmiare, assumeremo come stagista un neolaureato da poter scaricare a nostro piacere", ti rendi conto che la crisi è prima di tutto intellettiva. Prima o poi qualcuno che mi valuterà per quel che so fare, senza bisogno di scappare all'estero, lo troverò...
Be' per ora direi che è abbastanza... Nei prossimi giorni ci sarà un post "scomodo", piuttosto indignato, che probabilmente non piacerà a molti, ma d'altronde, come si dice a Roma, "a chi jè tocca nun se 'ngrugna"...
A bientot!
Work in progress
A. Sono vivo...
B. Presto questo blog riaprirà, con qualche cambiamento, ed eliminando lo spam accumulato negli ultimi 11 mesi...
Ci si sente nei prossimi giorni...
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