Dopo mesi in cui mi sono diviso ampiamente tra un lavoro di merda(TM) e la scrittura del mio nuovo libro (sappiate che sta per uscire infatti il mio nuovo capolavoro, ma di questo parleremo tra qualche giorno), sono riuscito anche ad andare ogni tanto al cinema onde non abbrutirmi troppo. E con mia sorpresa, dopo una chiacchierata con un ufficio stampa del settore, mi son visto recapitare un invito per l'anteprima stampa di "L'arrivo di Wang".
E che è? direte voi, miei 12 lettori e mezzo... "L'arrivo di Wang" è il nuovo film dei Manetti Bros, noti soprattutto per i loro videoclip e per la serie televisiva Coliandro, ed è un film ambientato nella loro città, Roma. Niente di nuovo fin qui... Il punto è che si tratta di un film di fantascienza, e con tanto di effetti speciali. E qui già la salivazione di qualcuno potrebbe aver subito delle alterazioni.
Girare un film di fantascienza a Roma è un atto di coraggio, non tanto per l'impossibilità drammaturgica di concepire una trama simile, quanto piuttosto per le difficoltà produttive e distributive che un'opera del genere potrebbe trovare. Anni fa Salvatores, col suo ottimo Nirvana, dovette scontrarsi con la cecità di un pubblico più avvezzo alle trovate pecorecce da cinepanettone che alle atmosfere del sommo Philip Dick, e ne pagò lo scotto con i scarsi incassi. Nel caso dei Manetti ci muoviamo tra Asimov e Bradbury, ma abbiamo anche strizzate d'occhio a referenti cinematografici come Michael Bay, ma pure a serie tv come X-Files. Il tutto condito da una sacrosanta e mai abbastanza compresa italianità. La parola B-Movie è in agguato, specie sapendo dei budget limitati con cui una produzione del genere può partire, per tacere della difficoltà con cui si associa mentalmente una produzione italiana a degli effetti speciali degni di tale nome (sorvoliamo sul fatto che nelle principali produzioni cinematografiche americane, nei titoli di coda, alla voce effetti visivi i nomi italiani sono una presenza costante, anche se parliamo della LucasFilm).
E invece il film dei Manetti si muove bene, con una certa paraculaggine anche, e con degli effetti speciali 3D di buon livello, frutto degli studi italiani Palantir. Infatti, uno dei 3 protagonisti del film è un alieno interamente generato al computer, egregiamente modellato ed animato. Gli altri attori con parti di rilievo sono un Ennio Fantastichini come sempre encomiabile, nella parte dell'ufficiale di un non ben precisato corpo di forze dell'ordine, e la giovane e promettente Francesca Cuttica, che interpreta una traduttrice dal cinese alle prese con l'incarico più insolito della sua vita.
Il film, se proprio un b-movie non è, si muove al risparmio su molti aspetti, e gioca molto su una trama di stasi per buona parte del film, ingannando lo spettatore per tutto il tempo e sconvolgendolo con un finale cinicamente divertente.
Una buona prova, un buon inizio vorrei dire, ma per ora un ottimo bluff, di gran classe...
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