I Diaframma in Italia sono uno di quei gruppi famosi eppure sconosciuti allo stesso tempo.
Famosi perché, se li nominate a persone dai 30 anni in su, circa l'80% si ricorderà di loro. Sconosciuti perché, di quell'80%, solo un 10% saprà citarvi correttamente i titoli di almeno 5 loro canzoni.
I Diaframma, dopo anni turbinosi, oggi si identificano unicamente nella persona di Federico Fiumani, autore della maggior parte dei testi, nonché poeta, nonché personaggio surreale che riesce a coniugare misantropia e filantropia nella sua persona.
I Diaframma hanno dato alle incisioni pochi mesi fa un nuovo album dal titolo "Niente di serio", e, come nella miglior tradizione rock, è partito un bel tour promozionale. Niente stadi o enormi sale per loro, ma solo dei club ben selezionati e che possano proporre dei biglietti d'ingresso non troppo onerosi, che di questi tempi c'è tanta crisi, signora mia!
I Diaframma sono venuti a Roma, al Jailbreak di via Tiburtina, lo scorso sabato. Il Jailbreak è un locale che in passato era noto soprattutto per serate blues e rock 'n blues, e che ha il pregio indiscusso di essere non troppo distante dalla mia abituale abitazione (posso bere un bicchiere in più!).
Il concerto non inizia puntuale, altrimenti si resterebbe delusi. E dura oltre due ore. E non fa restare delusi. E' la prima volta che vedo i Diaframma live con l'attuale formazione. Fiumani sarà ormai sulla cinquantina, o poco ci manca. A occhio la sua età è pari alla somma di quelle del bassista e del batterista, due giovani musicisti di ottima tecnica, ma che fanno una fatica boia a star dietro al loro frontman, che pesta duro sulla sua chitarra (con qualche svarione ogni tanto, ma ci può stare) e canta con l'entusiasmo e l'energia di un ventenne. Durante il concerto il grigio tra i suoi capelli sembra tornare a scurirsi, le piccole rughe agli angoli degli occhi e della bocca diventano invisibili. Ci sono solo lui, una voce che continua ad essere forte e decisa (con buona pace di chi rimpiange Sassolini) e delle canzoni che continuano a schiaffeggiare gli ascoltatori con la loro ironia tagliente.
Il concerto dei Diaframma è, nel senso più propriamente ontologico, un evento. Le parole rivolte al pubblico sono poche, con poche concessioni al facile umorismo, e con poche pause per richiamare alla memoria i testi di canzoni che sono a volte più vecchie di alcuni spettatori.
E a fine spettacolo, dopo quasi due ore e mezza, Federico ci saluta e non lo nasconde "VOI mi sembrate stanchi, buonanotte".
Era una gara tra lui e tutti gli altri presenti nel locale, compresi i suoi compagni di palco. E col cacchio che può decidere di darla vinta. Lui è Federico Fiumani, anima dei Diaframma. Gli altri sono solo variazioni su un arrangiamento.
P.S.: se vi aspettavate che parlassi delle canzoni, degli arrangiamenti, della presenza di pubblico, e altre simili amenità, vuol dire che mi avete scambiato per uno di Rolling Stones...
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